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Street art, graffiti writing, lettering, grafica, animazione e fumetto, calligrafia, tecniche pittoriche tradizionali e tatuaggi. La continua ricerca di un segno e di un’estetica sono la sua matrice e la provocazione post situazionista la sua forza. Kunos trascorre gran parte della sua vita a Milano, dove termina i suoi studi e arricchisce la sua carriera da artista, alternando concorsi e lavori per agenzie e marchi come Fiorucci, Campari, Skoda, Philip Morris, Kraft, Nescafè e tanti altri.

Vive e lavora a Pescara dove tra le altre cose pratica la professione di tatuatore presso lo studio Artmachine Tattoo a Francavilla.

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Respect the sea

Pulpa Festival Vol.2_2022

Il messaggio diretto, esplicito, a suo dire “quasi banale”, rispecchia il suo modo di guardare il mondo, sottolineando come il danno che questa umanità fuori controllo sta causando alla natura non debba passare assolutamente in secondo piano rispetto ad altre problematiche.

“La sofferenza di madre natura mi causa tristezza e rabbia, oltre che farmi pensare alle terribili conseguenze che siamo destinati a vivere” sono le parole dell’artista.

L’opera è realizzata in tecnica mista, quindi con le iconiche bombolette (che rappresentano Kunos e con cui riesce, in questo modo, a dare il meglio di sè) e con vernice murale a base acqua (ottenendo un impatto ambientale minore, ci teniamo a ribadire). Lo sfondo è pittorico, le pennellate/rullate e il dripping sono volutamente grezzi e visibili, reagiscono fra di loro sovrapponendosi o fondendosi; i colori richiamano il legno, la carta antica, le mappe nautiche, le pergamene dei pirati, antiche foto ingiallite; la scena si adagia nello spazio pittorico con una composizione che mette in primo piano i due soggetti che lottano, con nessuna pretesa di realismo ma con forme e colori squillanti, saturi, plastici, schizofrenici, sfavillanti come anime, creepy quanto basta per trasmettere un senso di malessere e panico, a volte causa della stessa creazione.

Il visual comprende un capodoglio preda a una sorta di calamaro gigante di natura artificiale, tecnologico, bionico. L’animale è in visibile difficoltà, soffre e si infuria, cerca di scappare mentre viene stritolato e trafitto. L’immagine vuole essere visivamente accattivante, ma anche cruenta, senza mezzi termini.

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