Writer, scultore, artista, Luca Font è uno dei tatuatori più affermati in Italia.
Il tratto semplice e pulito che caratterizza i suoi lavori di writer ha plasmato lo stile unico dei suoi tatuaggi. Rappresenta spesso ciò che lo circonda e le sensazioni che gli trasmettono i luoghi, gli eventi e le persone.
La quotidianità per lui è una fonte di ispirazione.
È iniziata la sua passione per il Brutalismo con volumi statuari di cemento e le architetture di tipo sovietico.
Down the rabbit hole
Pulpa Festival Vol.1_2021
Quest’opera rappresenta il tuffo in una realtà alternativa, dove le fantasie di complotto prendono il largo per attraversare un universo costellato da indizi apparentemente rivelatori, grazie ai quali è possibile giungere a personalissime o condivise teorie, che mettono in discussione il senso comune della verità, ristabilendone i connotati; come ad esempio la pandemia causata dal coronavirus ha generato molteplici e disparate teorie del complotto, scatenando ciò che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato con il neologismo “infodemia”: ossia la proliferazione e la diffusione di informazioni imprecise e poco accurate, se non addirittura di vere e proprie fake news.
Il murale indaga quindi l’ambiente in cui viviamo in termini sociali e psicologici, esprimendo come meglio non si potrebbe il concetto di “fuga dalla realtà”. Vediamo infatti una creatura oltrepassare un arco e rimanere solo in parte ancorata alla dimensione dalla quale proviene: i suoi arti anteriori, il suo collo e la sua testa sono già protesi in un altro universo, immaginario e parallelo.
Analogamente a quanto occorso ad Alice nel romanzo di Lewis Carroll, la creatura sta per scivolare giù, nella tana del coniglio. Sta perdendo il contatto con la realtà, finendo in una spirale in cui diventa impossibile distinguere la verità da una fantasia, che è quasi sempre oscura e delirante.